5/07/2011

I Poeti Maledetti: sempre un fascino

      Perché questo tema dei poeti maledetti? Perché rappresentano ancora oggi un vero fascino nella società attuale. Erano forse la miglior espressione del male di un secolo, delle angoscie umane, delle cose che non vanno bene in questo mondo... Hanno offerto una soluzione di poesia senza sotterfugi, onesta con la realtà dura della vita però hanno mostrato, provato, che c'é bellezza in tutte cose.
      Allo stesso tempo, soffrivano per questa vita, non erano capaci di vivere con la speranza che riuscivano ad insufflare nelle loro poesie e che era, è ancora oggi e sempre sarà utile ai loro lettori.
      Maledetti... per aver tentato di guarire il mondo in mancanza di aver saputo guarirsi loro stesso.


Le radici

      La prima imagine di un poeta incompreso e la nozione di maledizione si può trovare nell’opera Stello di Alfred de Vigny, un poeta francese, in cui dice “[…] du jour où il sut lire il fut Poète, et dès lors il appartint à la race toujours maudite par les puissances de la terre…” “[...] dal giorno in cui egli seppe leggere fu Poeta, e d’allora appartenne alla razza sempre maledetta dalle potenze della terra...”. Attraverso questo, De Vigny fa riferimento al talento e l’intelligenza di questo tipo di uomini (i poeti) che gli escludono dal resto del mondo.

      La prima definizione di questo termine viene semplicemente del nome di un libro di Paul Verlaine: « Les Poètes Maudits » che dà una spiegazione del poeta maledetto.


      Infatti, nella sua opere, Verlaine definisce per la prima volta ciò che è un poeta maledetto: li considera come poeti assoluti, assoluti nella loro immaginazione, assoluti nella loro espressione, li paragona a i Rey-Netos (Re assoluti) di Spagna… Ma in un modo maledetto, perché il loro potere, il loro assolutismo, si trova nella loro intelligenza, sagezza che in questa epoca di solito non piaceva ai dirigenti e rimaneva incompreso dalla massa populare.
      Verlaine cita una serie di poeti che lui considerava come poeti maledetti: Tristan Corbière, Arthur Rimbaud, Stéphane Mallarmé, Marceline Desbordes-Valmore, Villiers de l'Isle-Adam, Pauvre Lelian (Anagramma di Paul Verlaine).
      Dopo, altri poeti sono stati considerati come « maledetti » come : Charles Baudelaire, Edgar Allan Poe, John Keats, Gérard de Nerval...

Alfred de Vigny


Il decadentismo

      I poeti maledetti fanno parte del decadentismo, quindi nelle loro opere appaiono i caratteristiche di questo movimento. Come nel decadentismo, i poeti maledetti osservano la decadenza di una società e la descrivono di maniera diretta senza sotterfugi, negano i valori morali correnti per concentrarsi soprattutto sull'estetismo, la natura e il suo estetismo naturale con una visione sincera sulla morte, la decadenza... I poeti maledetti sono qualificati di decadenti come gli altri artisti del decadentismo.
      Anche se fanno parte di questo movimento di decadenza, i poeti maledetti sono visti come i decadenti assoluti perché portano gli eccessi all'estremo. Eccessi nella loro vita pero anche eccessi nella loro scrittura. Descrivono la decadenza della società, su realtà nera, dura, non sempre interessante e tentano di fare qualcosa di bello con questo, qualcosa di superiore al semplice aspetto primero. Fanno del Bello con il Brutto, o come Baudelaire lo diceva transformano il fango in oro...


Il poeta in sé

      Di manera più comune, l'immagine del poeta maledetto si può definire così: è un poeta con una vita fuori delle norme, spesso autodistruttrice, e spesso il poeta muore senza aver conosciuto una vera e propria gloria. Sono più riconcosciuti dopo la loro morte che durante la loro vita. Molto spesso hanno una vita di eccessi, con un uso abondante delle droghe.
      Le droge più comuni assimilate ai poeti maledetti e che ancora oggi appartengono a tutta una cultura fantasticata erano l'oppio, il laudanum, e i suoi derivati. C'erano anche l'alcol, i liquori come l'assenzio che aveva la reputazione di essere un alcol che rendeva la gente pazza, e per molto tempo fu vietato in diversi paesi d'europa.

Oppio

Laudanum

Assenzio

      Nella loro vita, molti poeti maledetti spesso conoscono una fine tragica, infatti la loro disillusione della vita si transformava spesso in una depressione.
      Nella sua opera, il poeta maledetto descrive la società in cui vive, che è spesso una società urbana, piena di vizi, di difetti, abitudinaria e con questi elementi decadenti, comuni fanno della poesia, delle rime, delle cose belle, intriganti, e quindi questo contrasto era per molto scioccante. E questo spiega perché i poeti maledetti non erano apprezzati dalla gente e per la gran maggioranza le loro opere sono state riconosciute solamente dopo la loro morte.


I poeti maledetti

      Il fenomeno dei poeti maledetti ha cominciato in Francia, quindi i poeti francesi erano predominanti tra i poeti maledetti, hanno formato come un modello per altri poeti europei di questo periodo. Rappresentavano la maggior parte del gruppo dei Maledetti, pero rapidamente altri poeti europei hanno fatto parte di questo gruppo.
      I poeti maledetti più famosi sono: Paul Verlaine, Tristan Corbière, Arthur Rimbaud, Stéphane Mallarmé, Marceline Desbordes-Valmore, Villiers de l'Isle-Adam, François Villon, Thomas Chatterlon, Aloysius Bertrand, Gérard de Nerval, Charles Baudelaire, Lautréamont, Petrus Borel, Charles Cros, Germain Nouveau, Léon Deubel, Emile Nelligan, Antonin Artaud, Jacques Prevel, Olivier Larronde, John Keats, Edgar Allan Poe.

Charles Baudelaire


Tristan Corbière


Arthur Rimbaud


Stéphane Mallarmé


Paul Verlaine


Edgar Allan Poe


In Italia

      In Italia in particolare, il decadentismo si era propagato anche, e il fenomeno dei poeti maledetti ha influenzato la creazione di un movimento di « Maledettismo » con artisti che si ispiravano dai poeti francesi e che respingevano le regole e la morale comune per vivere nell'eccesso e la decadenza. Il gruppo più rappresentativo di questo fenomeno era la « Scapigliatura » con artisti originali, diversi, chiaramente fuori delle regole e alcuni dei suoi poeti erano considerati come poeti maledetti perché cercano di vivere lo stesso modo di vita che quello dei maledetti famosi come Baudelaire.

I Scapigliati

      Tra i scapigliati considerati come poeti maledetti, possiamo citare: Emilio Praga, Vittorio Imbriani, Giovanni Camerana, Iginio Ugo Tarchetti, Carlo Dossi ed Arrigo Boito.

Emilio Praga

Vittorio Imbriani

Giovanni Camerana

Iginio Ugo Tarchetti

Carlo Dossi

Arrido Boito

Grandi figure

Charles Baudelaire: maestro tra i maestri

Charles Baudelaire

      Charles Baudelaire è considerato come il maestro dei maestri tra i poeti maledetti. Era il più moderno, originale ed inventivo anche se era allo stesso tempo forse il più maledetto dei maledetti. Era un poeta francese, è nato a Parigi nel 1821, ed è morto a Parigi nel 1867. Il suo lavoro maggiore fu « Les Fleurs du Mal » « I Fiori del Male », un libro de poesie. La sua opera fu riconosciuta solamente dopo la sua morte, durante il ventesimo secolo, infatti nell' epoca di Baudelaire, la sua opera era vietata e le critiche non erano buone.



      In addizione con le sue poesie, Baudelaire era un fervente ammiratore di Edgar Allan Poe (un altro Poeta maledetto) ed era il primo traduttore dello scrittore e poeta americano in Francia.

Edgar Allan Poe

      Nella sua opera, Baudelaire cercava di esprimere il suo spleen, la sua malinconia della vita e della sua decadenza, e cercava anche di esprimere un nuovo estetismo nella poesia. Considerava che era troppo facile fare una bella poesia con bei elementi, con belle cose e quindi cercava di estrarre la bellezza dall'orrore.
      Una citazione di Baudelaire sul suo lavoro era : « J'ai pétri de la boue et j'en ai fait de l'or » « Ho impastato del fango e ne ho fatto dell'oro ».

Ecco le sue due opere poetiche principali:



 
Emilio Praga: dignitoso allievo del Maledettismo

Emilio Praga
  
      È un poeta italiano nato a Gorla nel 1839 e morto a Milano nel 1875. Faceva parte del movimento della Scapigliatura e tra i scapigliati era quello che viveva più autenticamente il modello del maledettismo incarnato da Baudelaire. Ha conosciuto una vita di eccessi ed una fine tragica come nella « tradizione » dei maledetti. Nella sua opera si puo osservare anche gli elementi del maledettismo con riferimenti agli eccessi come il peccato ed i vizi in generale (come la dissolutezza sessuale, le orgie, l'alcol, le droge), la degradazione della vita... Questa provocazione scandalizzava il pubblico.

Ecco le sue opere poetiche:




XXIX - Une Charogne


XXIX - Une Charogne

Rappelez-vous l'objet que nous vîmes, mon âme,
Ce beau matin d'été si doux:
Au détour d'un sentier une charogne infâme
Sur un lit semé de cailloux,

Les jambes en l'air, comme une femme lubrique,
Brûlante et suant les poisons,
Ouvrait d'une façon nonchalante et cynique
Son ventre plein d'exhalaisons.

Le soleil rayonnait sur cette pourriture,
Comme afin de la cuire à point,
Et de rendre au centuple à la grande Nature
Tout ce qu'ensemble elle avait joint;

Et le ciel regardait la carcasse superbe
Comme une fleur s'épanouir.
La puanteur était si forte, que sur l'herbe
Vous crûtes vous évanouir.

Les mouches bourdonnaient sur ce ventre putride,
D'où sortaient de noirs bataillons
De larves, qui coulaient comme un épais liquide
Le long de ces vivants haillons.

Tout cela descendait, montait comme une vague
Ou s'élançait en pétillant
On eût dit que le corps, enflé d'un souffle vague,
Vivait en se multipliant.

Et ce monde rendait une étrange musique,
Comme l'eau courante et le vent,
Ou le grain qu'un vanneur d'un mouvement rythmique
Agite et tourne dans son van.

Les formes s'effaçaient et n'étaient plus qu'un rêve,
Une ébauche lente à venir
Sur la toile oubliée, et que l'artiste achève
Seulement par le souvenir.

Derrière les rochers une chienne inquiète
Nous regardait d'un oeil fâché,
Epiant le moment de reprendre au squelette
Le morceau qu'elle avait lâché.

- Et pourtant vous serez semblable à cette ordure,
A cette horrible infection,
Etoile de mes yeux, soleil de ma nature,
Vous, mon ange et ma passion!

Oui! telle vous serez, ô la reine des grâces,
Apres les derniers sacrements,
Quand vous irez, sous l'herbe et les floraisons grasses,
Moisir parmi les ossements.

Alors, ô ma beauté! dites à la vermine
Qui vous mangera de baisers,
Que j'ai gardé la forme et l'essence divine
De mes amours décomposés!

(Les Fleurs du Mal – Charles Baudelaire)

XXIX - Una Carogna


Ricordi, anima mia, quel che vedemmo
un bel mattino dolce d'estate
dietro quel sentiero? una carogna infame,
su un letto sparso di sassi:

zampe all'aria, come una laida donna,
ardente e trasudante veleni,
spalancava il ventre indifferente e cinico
tra tante esalazioni.

Batteva il sole su quel putridume
come per cuocerlo a puntino,
e ridare così centuplicato alla Natura
quel che lei aveva messo insieme.

E il cielo guardava quella gran carcassa
che si dilatava come un fiore.
Che fetore immondo! Temevi
di svenire là sull'erba.

Come ronzavano le mosche su quel putrido ventre!
e come sbucavano a battaglioni
nere larve! colavano come denso liquido
lungo quei brandelli vivi.

Scendevano e salivano come un’onda,
o brulicando s’avventavano;
sembrava che quel corpo, gonfiato da un respiro vago,
si moltiplicasse in tante vite.

Di lì sorgeva una strana musica
come l’acqua corrente e il vento,
o il grano che agita e rigira ritmicamente
nel suo ventilabro chi lo vaglia.

Le forme si cancellavano riducendosi a puro sogno:
schizzo, lento a compiersi,
sulla tela (dimenticata) che l’artista
condurrà a termine a memoria.

Dietro le rocce una inquieta cagna
ci guardava con irato occhio,
spiando il momento di riprendere allo scheletro
i brandelli che erano rimasti.

-E tu? Anche tu un giorno sarai quel letamaio,
quella peste orrenda,
stella dei miei occhi, sole della mia natura,
tu, mio angelo e mia passione!

Sì, anche tu sarai così, regina delle grazie,
dopo gli estremi sacramenti,
quando sotto l’erba e le piante grasse
ammuffirai tra le ossa.

E allora, mia bellezza, di’ pure ai vermi,
che ti mangeranno di baci,
che ho conservato la forma e la divina essenza
dei miei amori decomposti!

(I Fiori del Male - Charles Baudelaire)

      In questa poesia, Baudelaire parla del suo amore per una donna e le fa una dichiarazione d'amore però in un modo originale, usando l'orrore della carogna per esprimere un amore assoluto.
      Descrivi la realtà della carogna, dice alla donna amata che sarà come questa carogna quando morirà. È orribile pero è la realtà, la verità. Baudelaire afferma che anche quando sarà cosi, lui la amerà, per quanto i vermi la mangeranno non potranno prendere l'amore che lui le porta.
      È il perfetto esempio della voluntà di Baudelaire di creare un bel messaggio, della poesia, con qualcosa di brutto, vero, duro, orribile « del fango ». E la carogna rappresenta anche la perfetta immagine di una decadenza, con la degradazione fisica del corpo.