5/07/2011

37.Vendetta Postuma


37. Vendetta Postuma

Quando sarai nel freddo monumento
immobile e stecchita,
se ti resta nel cranio un sentimento
di questa vita,
ripenserai l'alcova e il letticciuolo
dei nostri lunghi amori,
quand'io portava al tuo dolce lenzuolo
carezze e fiori.
Ripenserai la fiammella turchina
che ci brillava accanto;
e quella fiala che alla tua bocchina
piaceva tanto!
Ripenserai la tua foga omicida,
e gli immensi abbandoni;
ripenserai le forsennate grida,
e le canzoni;
Ripenserai le lagrime delire,
e i giuramenti a Dio,
o bugiarda, di vivere e morire
pel genio mio!
E allora sentirai l'onda dei vermi
salir nel tenebrore,
e colla gioia di affamati infermi
morderti il cuore.


(Penombre - Emilio Praga)

      In questa poesia, Praga usa anche i vermi e l'immagine della morte, quindi una decadenza, per rivolgersi alla donna amata. Le dice che quando lei sarà morte, ripenserà al loro amore, però qui possiamo sentire come un rimprovero alla fine, e come l'indica il titolo, una vendetta... Quando la insulta, « Bugiarda », si può sentire attraverso il rimprovero come un rimpianto, un dolore. È come se si rivolgesse a una « ex » morta che lui amava e la rimpiange.
      Anche se le due poesie hanno diverse significazione, tutte due parlano dell'amore con l'uso della morte, dell'orrore, dei vermi, per portare questo sentimento d'amore e cio che gli autori vogliono esprimere all'estremo, nell'assolutismo, e allo stesso tempo, ancorare questo amore nella realtà del mondo, una realtà materiale, fisica.

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