5/07/2011

Tutti in Maschera


Tutti in Maschera

Uom, tu che nasci in maschera,
e mascherato muori,
osi insultar, se incognito
è anch'esso il Dio, che adori?
Vorresti tu conoscerlo
ed affisarlo ignudo,
come una compra femmina,
o il conio di uno scudo?
Ma tu, da culla a feretro
lasci un sol dì il mantello?
Ardisci mostrar l'indole
del cuore e del cervello?
Dio che a ragione, o tanghero,
di te più furbo è assai,
t'acqueta, la sua maschera
non lascerà giammai.
E tu in ginocchio pregalo
che ci lasci la nostra,
perché sarebbe orribile
l'anima messa in mostra!

(Tavolozza - Emilio Praga)

      Praga fa come un rimprovero all' essere umano, mettendolo di fronte alla sua condizione di essere bugiardo che recita una sorta di ruolo, quello della sua vita. Non vogliamo vedere la realtà e quindi preferiamo vivere con maschere, perché è più facile così che ammettere i nostri errori, affrontare gli orrori del mondo. Però allo stesso tempo, Praga affronta la religione e Dio, affermando che anche in questo campo, ci sono maschere che tentano di nascondere la verità. Questa azione di rimettere la religione tradizionale in questione è anche un tema tipico dei poeti maledetti che tentano di mostrare che la decandenza si trova anche in questi aspetti della società. La provocazione serve per far reagire i lettori e accettare la loro realtà.

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